Per un nuovo umanesimo anarchico


Si intitola così (sottotitolo: “Realismo di un progetto libertario”) il volume che il nostro collaboratore Andrea Papi ha appena pubblicato per le edizioni Zero in Condotta. Il volume (106 pagg.) costa 10,00 euro. Richieste e versamenti:conto corrente postale 14238208 intestato ad AUTOGESTIONE, Casella Postale 17127, 20170 Milano. zero@tin.it cell. 377145518. Ne pubblichiamo l’introduzione.

Scrivo questo libro per il piacere di farlo e per il desiderio di riuscire a esprimere i sentimenti profondi che mi pervadono quando mi immergo nella tensione ideale. Ogni volta mi regala una meravigliosa sensazione: mi fa intravedere e comprendere la bellezza dell’anarchia. Ma non è mia intenzione fluttuare superficialmente tra barocchismi estetizzanti, come potrebbe far supporre l’uso della parola “bellezza”. L’estetica appena annunciata è un’autentica estetica del sentire, sia dell’intero apparato sensoriale, sempre coinvolto, sia dei potenti sommovimenti interiori che da sempre mi sconquassano l’anima per elevarmi lo spirito verso godimenti di verità e di sogno, impossibili da trasmettere nella loro completezza.
Sono invero spinto dal bisogno di cercare di comprendere fino in fondo e di trasmettere il senso meraviglioso, di libertà e di liberazione di energie, racchiuso nell’idea anarchica, che ha dato senso alla mia vita e lo dà a quella di tanti/e altri/e fratelli e sorelle di vita e di pensiero. Lo farò con analisi, riflessioni e ricerca di senso, nel tentativo difficilissimo di rendere e comunicare, attraverso la parola scritta, la gioia del pensare e della ricerca di conoscenza che mi suscita sempre il navigare nell’oceano di libertà, di amore e di luce che ai miei occhi e al mio cuore è l’utopia anarchica.
L’anarchia dei nostri sogni corrisponde a una condizione sociale diffusa e condivisa in cui il senso della vita è legato al cercare come vivere al meglio per tutti. Dove si pensa e si agisce spinti da un sentimento spontaneo diretto verso se stessi e gli altri con cui condividiamo sofferenze e gioie dell’esistere. Dove la ragione di vivere non è il bisogno/ricatto del lavoro, ma il piacere di vivere. Dove usufruiamo tutti delle ricchezze offerteci dall’abbondanza del pianeta che ci ospita per soddisfare i nostri bisogni e i nostri piaceri, senza accumulare ricchezze personali per ridurre gli altri in schiavitù o servaggio. L’abbondanza di beni del pianeta non può e non dev’essere più proprietà esclusiva di nessuno, né individuo, né gruppo, ristretto o ampio non ha importanza, né specie. Di tutti significa di ogni essere vivente, pianta o animale che sia. L’usufrutto equamente distribuito e il soddisfacimento solidale sono un bene prezioso che l’anarchia si sente di realizzare.
Perché non dovrebb’essere possibile pragmaticamente, come sostengono i pilastri del potere che incombono sulle nostre vite, quando è possibile concepirla e desiderarla? Forse perché un manipolo di criminali ha deciso che non può che essere così com’è ora e che obbligatoriamente dobbiamo continuare a massacrare, distruggere, pauperizzare, soffrire e far soffrire? Forse perché quel manipolo, con la forza e la prepotenza, si è arrogato il diritto di appropriarsi dei beni che sarebbero di tutti e di goderne escludendo gli altri, comprese le altre specie? Bhé! Allora, se lo sfascio che stiamo vivendo non è ineluttabile né obbligatorio, com’io credo, e c’è soltanto perché degli spietati autoritari senza scrupoli son riusciti ad imporre il loro nefando volere, e noi finora glielo abbiamo permesso, allora è giunto il tempo di dire basta, di ribellarsi e di riportare le cose ad uno stato più vicino possibile alla loro naturale naturalità. Gli anarchici, che ne sono coscienti, devono diventare in grado di suscitarne il desiderio e di farlo.
Il sogno dell’anarchia, luogo utopico che ancora non c’è, ma che nei nostri cuori è destinato ad essere costruito col concorso di tutti i diseredati che ora soffrono, non è altro che un atto d’amore verso l’umanità e verso se stessi, perché per gli anarchici autentici il vero godimento e la vera attuazione ci potranno essere solo se ciò che si riuscirà a realizzare sarà goduto e condiviso in pienezza e in armonia con tutti.

Andrea Papi

Agnolotti Diario Agnolotti. Pare che stessero mangiando agnolotti i clienti del lussuosissimo ristorante “Il Cambio” in piazza Carignano, a Torino.

Agnolotti. Pare che stessero mangiando agnolotti i clienti del lussuosissimo ristorante “Il Cambio” in piazza Carignano, a Torino. Quando all’improvviso hanno fatto irruzione nei locali alcuni anarchici - o almeno così si dice - che hanno gettato a terra un secchio ripieno di merda e alcuni volantini. All’arrivo delle forze dell’ordine, il gruppetto se l’era già svignata. Così come la clientela, cui probabilmente gli agnolotti erano rimasti sullo stomaco.

Guardate il servizio del TG3 Piemonte su questo fattaccio:

Abbiamo provato a decifrare il testo del volantino dai pochi fotogrammi disponibili, e ci pare che il senso sia più o meno questo:

Guardate questo sangue. Questo è il sangue di due uomini rinchiusi dentro il centro per stranieri senza documenti di Torino. Si sono tagliati le braccia la mattina di sabato 14 marzo, per non essere espulsi. Questo è il sangue di due uomini che combattono per la libertà, e che sono pronti a morire per lei. Ora uno è detenuto presso il carcere delle Vallette. L’altro è stato trasferito nel lager di Ponte Galeria a Roma. La loro lotta non è finita. Altri stranieri detenuti sono in sciopero della fame, ovunque. A Bari tre di loro si sono cuciti la bocca, perché nessuno ascoltava la loro voce. A parte i soliti libertari, due dei quali hanno pagato con l’arresto e una condanna a 10 mesi di galera per aver osato volantinare in loro solidarietà, proprio quel 14 marzo, a Bari. E allora, Signori, che ci stiamo a fare noi qui? Noi non siamo qui per convincervi, perché noi e voi siamo nemici. Noi siamo qui per attaccarvi. E stasera non mangiate.

Leggi i racconti dell’irruzione fatti da alcuni giornali e la reazione di polizia, turisti veneti, ristoratori e politici:
“Voi vi ingozzate e nei cpt si crepa”
Guerra al lusso - lanci di sterco tra i tavoli dei vip
“Questa volta voi ricchi non mangerete”
Letame in tavola - la reazione incredula dei ristoratori torinesi all’episodio del Cambio
Tre domande a Sergio Chiamparino
Unanime la condanna dei partiti
Blitz con sterco al Cambio, ora è polemica politica
Aumentare la tensione

Mangia che ti passa

da Macerie



bocca cucita

Domenica sera ad Eataly, il supermercato/ristorante frequentato dai buongustai fighetti della città. Un folto gruppo di antirazzisti entra, si sparpaglia tra i reparti e dissemina sugli scaffali migliaia di fogliettini: «Mangiato bene? Io mi sono cucito le labbra», «Qui la polizia ci picchia e la Croce Rossa non dice niente. Mangia che ti passa!»… Poi si radunano, spunta uno striscione, un megafono e tanti altri volantini. Un piccolo e inaudito corteo comincia a sfilare tra le mensole ricolme e le tavole imbandite. Tra gli avventori c’è chi chiede i volantini interessato e chi fa finta di nulla. Ma c’è anche chi si volta con sdegno: in effetti molestare chi si sta succhiando delle ostriche è segno di scarsa classe e urbanità. Da parte sua, il personale non si scompone più di tanto – ed è una questione di classe anche questa.
Per la prima volta dopo anni di cappelle, la polizia politica torinese è sul luogo del delitto per tempo: un funzionario della Digos, in effetti, è già seduto ad un tavolo in dolce compagnia ancor prima che gli antirazzisti entrino nel supermercato/ristorante. Troppo impegnato a mangiare, neanche lui si sbatte più di tanto per fermare i contestatori.

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Guarda gli altri bigliettini e leggi il volantino distribuito.

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Ecco il testo del volantino distribuito:

Siamo quello che mangiamo?

Se immaginassimo uno straniero che, ignaro sugli usi del nostro paese, si facesse oggi un giro in questo supermercato del gusto, certamente si farebbe l’idea di una società civile e raffinata, ove ciascuno è libero di soddisfare come preferisce i propri appetiti e desideri. Purtroppo le cose non stanno così, e gli stranieri in particolare non se la passano affatto bene.
Per questo siamo qui oggi, affinché nessuno si dimentichi che questi privilegi sono possibili solo al prezzo di vergognose diseguaglianze, sulle quali non è più possibile tacere. Non è un mistero per nessuno che ormai la stragrande maggioranza dei lavori più bassi e faticosi, dalla raccolta nei campi alla cura dei nostri anziani, dai cantieri edili alle pulizie, siano lasciati agli immigrati. Mal pagati, sfruttati e denigrati dai padroni italiani, sono costretti a vivere a testa bassa in cambio delle nostre briciole, col ricatto costante di essere trovati senza documenti ed essere trattenuti in un CIE. In questi luoghi i pestaggi da parte della polizia sono all’ordine del giorno, come le omissioni di soccorso del personale medico e gli psicofarmaci nascosti nel cibo per provocare un sonno lungo e silenzioso. Con le nuove normative in materia di sicurezza ora la prigionia è stata prolungata fino a sei mesi; poi c’è l’espulsione coatta.
E tuttavia questo regime di paura e segregazione non sembra togliere l’appetito agli italiani.
In questi ultimi giorni, da quando i reclusi del Centro di Lampedusa hanno deciso di ribellarsi e bruciare quel lager, in molti CIE si susseguono rivolte e gesti disperati, da Malta a Milano, da Bologna a Gradisca d’Isonzo. A Torino alcuni detenuti del CIE di Corso Brunelleschi si sono tagliati per protesta, qualcuno ha ingerito delle batterie e ne è rimasto avvelenato, qualcuno prosegue lo sciopero della fame e della sete, un altro ha cercato di impiccarsi, un altro ancora siccome ha reagito contro il poliziotto che gli toccava la ferita è stato arrestato e trasferito in carcere. A Bari si sono cuciti le labbra, a Roma dopo l’ennesimo morto i reclusi di Ponte Galeria sono entrati tutti in sciopero della fame. Il ragazzo algerino diceva di sentirsi male, ma il medico non l’ha voluto visitare, e gli è stato risposto che le medicine poteva andarsele a prendere al suo paese. È stato picchiato dalla polizia e il giorno dopo, giovedì mattina, è stato trovato morto.
Non staremo a guardare mentre politici di destra e di sinistra varano leggi razziste e diffondono parole di odio e persecuzione. Non ci rassegneremo all’indifferenza dei più, né al silenzio imposto dall’informazione di regime, perché non possiamo più sopportare di vedere gente perbene che assapora delizie mentre altri ingoiano ferri e sono costretti allo sciopero della fame per essere ascoltati. Chiedono di essere lasciati in libertà, ed hanno bisogno del nostro aiuto. Siamo sicuri che tra un bicchiere di vino biologico ed un risotto equo e solidale in molti avranno lo scrupolo di riflettere su questi fatti gravissimi che succedono con sempre più drammatica frequenza. Qualcuno forse ci griderà contro, altri vorranno sapere come fare qualcosa, nessuno in ogni caso potrà rifiutarsi di fare un piccolo esame di coscienza.
Se a ragione si dice spesso che siamo quello che mangiamo, non possiamo più nascondere ai nostri occhi quel confine sempre più netto che separa chi ha tutto da chi non è niente, chi è libero da chi è schiavo.

Chiudiamo i lager!
Solidarietà con tutti gli immigrati in lotta per la libertà!

Assemblea Antirazzista di Torino
assembleaantirazzistatorino@autistici.org

Scarica il volantino.

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Grecia, attentati contro una banca e un negozio


Continua il confronto tra forze di sicurezza e anarchici

Questa mattina ci sono stati nuovi attentati ad Atene contro una banca e un negozio che sono rimasti distrutti. Gli attacchi vengono attribuiti agli anarchici

Ad Atene continuano i disordini. La banca danneggiata è una filiale della Aspis al Pireo, mentre il negozio è rimasto distrutto è stato attaccato con lancio di bombe incendiarie da un gruppo di uomini armati e incappucciati.
Dallo scorso dicembre si sono verificati diversi episodi di violenza nella capitale greca, dopo che la polizia fu uccise uno studente quindicenne. In seguito a quell'episodio, la polizia è stata accusata dall'opposizione di "incapacità".
Nei giorni scorsi il presidente greco, Costas Karamanlis, del partito di centrodestra Nuova Democrazia, ha annunciato nuove misure per rafforzare la risposta delle forze dell'ordine e aumentare le condanne contro chi porti cappucci durante le manifestazione.
Secondo un sondaggio il 60% dei cittadini à favorevole a queste misure e quasi il 50% vuole la fine del diritto di asilo di cui godono le università.

Dario Fo, "Morte accidentale di un anarchico". Il caso Pinelli

Propongo il documentario sull' assasino del compagno anarchico Pinelli.
Già da tempo conoscevo la storia di Pinelli, accusato dalla polizia di aver fatto un atentato alla stazione centrale milanese, accusato ingistamente, accusato per sviarele indagini da neofascisti e agenzie di stato segrete, ma è davvero ammirevole questo spettacolo teatrale diretto e interpretato da Dario Fo.
Dario è davvero geniale nel sottolineare il surrealismo della versione, esposta dalla polizia e poi presa per buona, che afferma che Pinelli si sia gettato, sotto interrogatorio, volotariamente giù da una finestra del secondo piano colto da un attacco improvviso di pazzia.
Non aggiungo altro, dice tutto lo spettacolo:











Parte 1



Parte 2



Parte 3



Parte 4



Parte 5



Parte 6



Parte 7



Parte 8



Parte 9



Parte 10 (ultima)

dal Cpt di corso Brunelleschi a Torino

L’appello video trasmesso clandestinamente da dentro il Cpt di corso Brunelleschi a Torino e caricato su Youtube è stato visto da oltre 1200 persone in tre giorni.

Oggi il video è stato censurato “a causa di una violazione delle Norme della community di YouTube”. Effettivamente il video viola il secondo comandamento: “non pubblicare brutte cose”. Ma siccome il mondo è pieno di brutte cose, sarebbe più corretto dire: “non pubblicare cose che dispiacciano alla questura”.

Ma le “brutte cose” bisogna avere il coraggio di guardarle, e di farle guardare a tutti, affinché non accadano più. Vale a dire, affinché i posti dove queste “brutte cose” accadono vengano semplicemente distrutti, assieme - come si dice - a tutto quel mondo che li ha costruiti e ne vuole costruire di nuovi, a quel mondo che li riempie, a quel mondo che li gestisce.

Scarica, guarda e diffondi questo video il più possibile. Un giorno potremmo averne bisogno anche noi di una copia.

Scarica una copia del video.

(link alternativo per il download: http://www.divshare.com/download/6855477-fba)

Il video Riuppato:



Antonin Artaud - Per gli analfabeti

tratto da Antonin Artaud, Pour les analphabètes

L’anarchia, senza ordine né legge, le leggi e i comandamenti non esistono senza il disordine della realtà, il tempo è la sola legge. Continuerò a disarticolare ogni cosa, nella vita degli universi, perché il tempo sono io.

La rivolta generale degli esseri è stata un sogno che ho osservato come un albero, nel mio angolo, con l’epidermide delle mie mani, e non ero morto, né distrutto, ma nel corpo da qualche parte. Sono una macchina che funziona benissimo e parte al primo colpo e sono gli esseri che, con la dialettica, fanno sorgere falsi problemi per comprendere esplicitamente quello che dico: che la mia testa funziona.

Seguo la mia strada nell’onestà, nel contegno, l’onore, la forza, la brutalità, la crudeltà, l’amore, l’acredine, la collera, l’avarizia, la miseria, la morte, lo stupro, l’infamia, la merda, il sudore, il sangue, l’urina, il dolore.
Non sono l’intelligenza o la coscienza ad aver fatto nascere le cose ma il dolore mistero del mio utero, del mio ano, della mia enterocolite, che non è un senso, caro signor Freud, ma una massima ottenuta solo soffrendo senza accettare il dolore, senza rivendicarlo, senza imporselo, senza starselo a cercare [...]

Non c’è scienza, c’è solo il niente, e non la supereranno la loro scienza se credono. Non si può vivere con tutti questi parassiti mentali attorno. Io sono colui che ha voluto rendere inutile il segno della croce.
Il dubbio, l’incostanza, l’ignoranza, l’inconseguenza non costituiscono uno stato alterato, ma il solo stato possibile, non esiste l’essere innato che avrebbe infusa la luce, la luce si fa vivendo, ma la sua natura reale è tenebrosa, non riempie mai lo spirito di consapevolezza, ma della necessità di accatastare il suo essere, di raccoglierlo al centro delle tenebre, affermazione consistente di un essere, di una forma che con la sua misura e i suoi appetiti si affermerà, l’essere, non dio, nessun principio innato.
Io non sono mai andato a dire agli intellettuali: che cosa volete? Neppure li ho biasimati, li ho solo scandalizzati con la lingua e i colpi. L’idea che ho di me è che non so nulla e sento sempre qualcosa di diverso in merito a un’idea del dolore e dell’amore che non può non uscirne.
Non ho mai amato l’atmosfera delle case di correzione e non accetto che me la si applichi.
Lo ripeto, a guidarmi non è l’orgoglio letterario dello scrittore che vuole piazzare e veder pubblicato il suo prodotto. Sono i fatti che racconto che voglio che nessuno ignori, i gridi di dolore che lancio e che voglio siano sentiti.
No io, Antonin Artaud, no e poi ancora no, io, Antonin Artaud, non voglio scrivere se non quando non ho più niente da pensare. Come che divori il proprio ventre, da dentro.
Sotto la grammatica si nasconde il pensiero che è un obbrobrio più difficile da battere, una vergine molto più renitente, molto più difficile da superare quando lo si prende per un atto innato.
Perché il pensiero è una matrona che non è sempre esistita.
E che le parole gonfie della mia vita si gonfino nel vivere dei bla-bla dello scritto.
Io scrivo per gli analfabeti.

Collettivo antipsichiatrico Artaud


A Pisa è nato il collettivo antipsichiatrico Antonin Artaud contro gli usi ed abusi della psichiatria. Nessuno di noi è psichiatra, psicologo o uno "specialista" della mente ma siamo tutte persone interessate a contrastare gli effetti nefasti che questa scienza del controllo produce sull'intero corpo sociale.
Ci sembra necessario mettere in discussione le pratiche di esclusione e segregazione indirizzate a tutti quelli che non accettano il sistema di valori imposto dalla società.
E' arrivato il momento di rompere il silenzio che permette il brutale perpetuarsi di tutte le pratiche psichiatriche e di smascherare l'interesse economico che si cela dietro l'invenzione di nuove malattie per promuovere la vendita di nuovi farmaci.
Ci proponiamo di fornire:
- un aiuto legale
- informazione sui farmaci e sui loro effetti collaterali
- denunciare le violenze e gli abusi della psichiatria

Chiunque è interessato può intervenire alle nostre assemblee che si svolgono tutti i martedì alle 21:30 c/o lo Spazio Antagonista Newroz in via Garibaldi, 72 a PISA per info :
antipsichiatriapisa@inventati.org
3357002669

www.artaudpisa.noblogs.org

Guardie cilenofile e bergamerati

Suggestioni cilene all'adunata viziosa di fascisti, sbirri e preti.

"Nessun braccio teso"
Il leader di Forza Nuova Bergamo: "Non siamo né fascisti né nazionalsocialisti"

Bergamo - «Se io avessi visto qualcuno fare il braccio teso, l’avrei subito bloccato, perché sono gesti provocatori e fuori luogo Noi siamo nazionalisti, non fascisti e nemmeno nazionalsocialisti». Dario "Astipalio", leader di Forza Nuova Bergamo, commenta la giornata di sabato e ciò che ne è derivato. «Per noi è stata un giorno perfetto, non altrettanto per Bergamo». (Giornale di Bergamo, 3/3/2009)

Nuovo Ordine Democratico per tutti.

dialogo
partecipazione
comprensione
giustizia
libertà d'informazione

di fronte a cose come queste scoppio in pianto, come può l'uomo essere tanto stupido?

La manipolazione dell'opinione pubblica nei Tg italiani

I TELEGIORNALI DI PULCINELLA


di Antonella Randazzo per www.disinformazione.it Autrice del libro: "DITTATURE: LA STORIA OCCULTA"

I giornalisti dei nostri telegiornali sono diventati presentatori e pubblicitari. Altre competenze, ben diverse dall'informazione obiettiva e "sul campo". I servizi giornalistici sembrano creati ad arte per mostrare alcune cose e nasconderne altre. In un paese in cui sempre meno persone leggono i giornali, l'informazione televisiva rappresenta per la maggior parte della popolazione l'unica fonte d'informazione. Molte di queste persone credono che i telegiornali li informino su ciò che accade nel mondo, e si troverebbero increduli di fronte al solo pensiero che i Tg possano essere utilizzati per manipolare le loro opinioni. Eppure ciò appare sempre più evidente, dall'omissione di elementi indispensabili per capire i fatti, dall'alterazione di alcune notizie e dall'assenza di altre.

L'opinione pubblica è fondamentale per la stabilità di un sistema, e nel nostro sistema viene formata attraverso il bombardamento mediatico. Per mantenere la stabilità, nell'attuale assetto politico-economico, occorre che l'opinione pubblica sia piegata a ciò che è funzionale al sistema e non apprenda alcune verità. Ciò rende il potere mediatico notevolmente importante. Il controllo da parte del potere avviene oggi all'interno delle nostre case, attraverso la Tv. La manipolazione dell'informazione è sempre più sistematica, progettata per essere efficace e per rimanere nascosta agli occhi dei cittadini. Le agenzie internazionali (americane, europee o giapponesi) che forniscono le informazioni, sono supportate da agenzie di propaganda, soprattutto americane, che pianificano non soltanto cosa rendere noto ma soprattutto "come" dare informazione. La quantità di notizie viene sfoltita e ridotta al 5/10% del totale.

La verifica delle fonti e l'utilizzo del senso critico sono ormai capacità atrofizzate dall'assumere passivamente il punto di vista delle poche agenzie che informano centinaia di paesi, come la Adnkronos e l'Ansa. Considerando come assolute alcune fonti e ignorandone altre, l'informazione è già alterata in origine, derivando da un unico punto di vista, che nel contesto appare oggettivo. Di tanto in tanto, nei nostri Tg, appare qualche debole critica, ad esempio contro il governo statunitense. Si tratta delle cosiddette “fessure controllate”, cioè critiche fatte ad oc per generare fiducia nel Tg, ma che risultano vaghe e discordanti.

Alcune notizie assumono nei Tg un certo rilievo, soprattutto quelle che evocano emozioni. Suscitare associazioni emotive e commozione è diventato uno degli scopi principali dei Tg. I fatti di cronaca, specie se si tratta di delitti contro bambini, si prestano a questo scopo, e quindi talvolta occupano uno spazio ampio dei telegiornali. Si tratta di un modo per distrarre l’attenzione pubblica da altri fatti assai più importanti per la vita dei cittadini. In altre parole, vengono amplificate notizie (di solito di cronaca o relative ad uno specifico problema) che non mettono in pericolo il sistema, per evitare di trattare altri argomenti "scottanti" e pericolosi per l'assetto che i politici hanno il compito di proteggere. Ad esempio, siamo stati indotti a parlare a lungo dei Pacs (una legge che sarebbe stato ovvio approvare senza tanti problemi), mentre si occultavano, tra le altre cose, le spese ingenti per la "difesa". Nessun telegiornale ha detto che parte del Tfr dei lavoratori andrà per spese belliche.

In questi ultimi tempi, un altro argomento, che viene utilizzato dai Tg per dirottare l'attenzione su fatti non pericolosi per il sistema, è quello dei malati gravi che chiedono l'eutanasia. Invece di approvare una legge che ponga fine al problema, il nostro sistema utilizza questi casi disperati (ieri quello di Welby, oggi quello di Nuvoli), per riempire spazi e suscitare angoscia e commozione. Si stimola la parte emotiva dei telespettatori, per coinvolgere in una questione umana drammatica, senza far capire che il potere di risolvere il problema è nelle mani proprio di chi sta strumentalizzando cinicamente il fatto.

Spesso alcune notizie sono oggetto di "sovrinformazione", cioè se ne parla in molti programmi e abbondantemente. Ciò avviene o per focalizzare l'attenzione soltanto su alcuni aspetti e fare in modo che i cittadini si sentano abbastanza informati e non vadano ad informarsi altrove (come nel caso della finanziaria o del Tfr), oppure per dare l'impressione che ci sia un'abbondante informazione. Ma si tratta di informazioni ripetitive, che non spiegano davvero la questione e talvolta la manipolano. Paradossalmente, il cittadino viene sommerso di "informazione" per fare in modo che rimanga disinformato. La sovrinformazionze può riguardare anche temi banali, come la separazione di una coppia nota, o l'uso di droga da parte di un personaggio famoso. In questi casi si tratta di distogliere l'attenzione da decisioni o eventi politici che stanno accadendo nel paese, e di cui occorrerebbe parlare, ma non risulta conveniente al sistema.

Si sta affermando sempre più il metodo americano di creare trasmissioni giornalistiche o televisive organizzate da agenzie di Pubbliche Relazioni, per manipolare l'opinione pubblica su un determinato argomento. L'argomento di solito è emerso all'attenzione pubblica senza che il sistema potesse impedirlo (ad esempio, la Tv spazzatura o la violenza giovanile). A queste trasmissioni partecipano personaggi accuratamente selezionati, che in apparenza sembrano avere opinioni diverse, ma in realtà esprimono tutti un unico punto di vista, che si vuole far apparire come unica verità. Talvolta è l'assunto di base della conversazione ad essere errato, ma viene acquisito come vero da tutti i partecipanti. Spesso si utilizza la figura dell'"esperto" che è abbastanza persuasiva, rappresentando il mondo della "scienza", che si intende come fonte di verità oggettiva.

L'informazione dei Tg viene falsata in maniera sempre più sottile e manipolatoria. Quando vengono sollevate smentite, soltanto in pochi casi viene reso pubblico. Lo spazio e l'ordine dato ad un'informazione sono molto importanti per valorizzare la notizia o sminuirla. Alcune notizie passano inosservate perché vengono dette per ultime e frettolosamente, mentre ad altre si dedica molto tempo all'inizio del Tg. Si stabilisce quindi una gerarchia in ordine all'importanza e al rilievo che si vuole dare alla notizia. Si privilegiano alcune notizie, altre vengono emarginate e altre ancora occultate.

L'informazione obiettiva è quella contestualizzata, verificata alla fonte e commentata da opinionisti di diverse tendenze. Sentire le opinioni dei politici di entrambi gli schieramenti serve a dare l'idea che si stanno sentendo più punti di vista, ma ciò spesso non è vero, perché la maggior parte dei politici non attua una vera critica al sistema, e si limita a spiegare le divergenze rispetto all'altro schieramento. Il sistema politico-economico attuale è sempre più intoccabile, e coloro che lo criticano appaiono sempre meno in televisione. Nei Tg, le notizie vengono date come fatti isolati dal contesto, per impedire una comprensione approfondita. Si tende ad esagerarne un aspetto, che è sempre quello più emotivo. Lo stesso titolo talvolta è già gran parte della mistificazione, perché da esso si inferisce se si tratta di una cosa giusta o sbagliata, da approvare o da disapprovare. Ad esempio, quando si danno notizie sull'Iran si tende a far apparire questo paese colpevole di qualcosa, e i titoli sono "L'Iran sfida la comunità internazionale", oppure "L'Iran si ostina sul programma nucleare". I paesi indicati dalle autorità Usa come nemici diventano automaticamente nemici anche per le nostre autorità, che li criminalizzano in modo impietoso, evitando di menzionare le continue minacce e la preparazione alla guerra contro l'Iran da parte degli Stati Uniti. Si manipola l'opinione pubblica italiana a pensarla come le autorità americane, e a ritenere che alcuni paesi debbano essere colpiti perché "pericolosi". Non si danno notizie sui numerosi crimini e attentati terroristici attuati dalle autorità Usa nel mondo, se non quando ciò risulta inevitabile. I nostri telegiornali si limitano a parlare di "attentati terroristici" in Iraq, Afghanistan o in altri paesi, senza raccontare la situazione vera. Ad esempio, non parlano mai della resistenza irachena e afghana, anche se ormai molti sanno che questi paesi sono occupati e che la popolazione cerca in tutti i modi di resistere (anche con metodi pacifici) all'invasore.

Difficilmente le notizie su paesi in guerra vengono spiegate in maniera approfondita, fornendo gli antecedenti politici, economici, internazionali, ecc. che possano far capire i fatti e le situazioni attuali. La decontestualizzazione è quindi uno dei modi per disinformare dando l'impressione opposta. Il fatto viene slegato da altri fatti che lo renderebbero più comprensibile. Ad esempio la violenza negli stadi viene slegata dal fenomeno della violenza nei giovani e dalle pressioni mediatiche che incitano alla violenza.

Il tono e il tipo di linguaggio utilizzato influiscono su come l'informazione viene percepita. Il tono può essere dispregiativo, di condanna, oppure enfatico ed entusiasta. Il tono dà un significato positivo o negativo alla notizia. La scelta delle parole è molto importante nel lavoro propagandistico, perché ogni parola è evocativa di significati o di emozioni e quindi deve essere scelta accuratamente per ottenere gli effetti voluti. Ad esempio, per trasmettere un senso di negatività, i gruppi considerati pericolosi per il sistema, come gli ambientalisti, i no-global o i comunisti, vengono definiti come "radicali", "fanatici" o "estremisti". La polizia viene chiamata "forza dell'ordine" anche quando reprime. Coloro che sono repressi vengono chiamati "ribelli" o "giovani estremisti". La violenza di Stato, anche quando uccide brutalmente, viene definita "sicurezza" o "difesa". I violenti sono sempre coloro che protestano contro il sistema e mai le autorità dello Stato, anche quando comandano una dura repressione, com'è accaduto al G8 di Genova.

Anche le immagini utilizzate hanno scopo manipolativo. Le immagini servono a dare un'impronta negativa o positiva a luoghi, situazioni o concetti. Ad esempio, quando si parla di cultura araba si mostrano le donne con il burqa oppure immagini di fanatismo e violenza, per indurre un'associazione negativa.
Un altro mezzo efficace per manipolare l'informazione è l'uso di cifre. Le analisi statistiche sono relative al campione scelto e al modello utilizzato. Le statistiche possono essere utilizzate come un dato inoppugnabile e incontestabile. Ma basta selezionare un determinato campione che possa alterare i risultati, per dare l'informazione che si vuole.
Le notizie sono spiegate dallo stesso punto di vista in tutti i telegiornali. I poteri al vertice del sistema, cioè le banche e le corporation, appaiono sempre più raramente, e soltanto nei casi in cui si annuncia una fusione, l'acquisto di un'azienda o la nomina di un direttore amministrativo. Quando una corporation viene denunciata per gravi reati come l'uccisione di sindacalisti, la schiavizzazione dei bambini o altri crimini contro i diritti umani, non viene quasi mai notificato dai nostri telegiornali.

Fino all'inizio degli anni Ottanta esisteva l'inchiesta televisiva obiettiva, che mostrava la società nella sua verità e complessità. Oggi, invece, la mistificazione mediatica riguarda anche la società stessa. Non appaiono quasi più i lavoratori mentre stanno faticando. Lo spazio dedicato alle proteste sindacali è ridotto al minimo. Alcune manifestazioni di protesta non vengono documentate. Si manipola persino l'immagine della società civile, che deve apparire accondiscendente anche quando non lo è. Non si va mai alla radice delle questioni lavorative o sindacali e non si fa comprendere abbastanza per poter giungere alla soluzione (che richiederebbe cambiamenti al sistema) del problema.
Le notizie sul dissenso alla politica di governo sono pregne di accenti nefasti. Spesso vengono utilizzate categorie stereotipate o etichette per puntare il dito contro chi mette in dubbio l'operato politico del governo.

I telegiornali fanno in modo che gli oppositori appaiano come poche persone che non vogliono la "modernizzazione", il "progresso" oppure come persone emarginate, fanatiche e "antiamericane". Ciò è accaduto nel caso della Tav in Val di Susa e della Base americana a Vicenza. Nei telegiornali si mostravano singole persone intervistate che esprimevano pareri contrapposti, per far capire che c'erano pareri discordanti e occultare che la stragrande maggioranza dei cittadini era contraria alle decisioni di governo. Si vuole nascondere che il potere dei cittadini è continuamente svilito dal sistema. E che quest'ultimo è distante da ciò che la gente vuole. Le questioni che stanno a cuore alla cittadinanza, come l'ambiente, la pace e la libertà di decidere sul proprio territorio, vengono denigrate dall'informazione tendenziosa e manipolatoria dei Tg. Ad esempio, i cittadini della Val di Susa che protestavano venivano mostrati come un gruppo sparuto di persone che avevano paura di avere il "treno che gli passa sotto casa". La verità che si cercava di occultare era che sotto al Musinè c'è l'amianto. Inoltre, nella Val di Susa esiste già una linea ferroviaria Torino-Lione, attualmente sottoutilizzata, in grado di poter reggere il traffico.

Un'altra tecnica, utilizzata dai Tg, per deviare l'attenzione sulla questione del dissenso e per semplificare i fatti (per non far emergere altri aspetti), è di connotare ideologicamente il problema con "destra" e "sinistra". Quando i cittadini si oppongono ad una questione lo fanno per motivi razionali, ma il telegiornale tende a far credere che siano motivi ideologici, oppure irrazionali e non accettabili.

Nelle questioni in cui gli Usa impongono un severo diktat, come nel caso delle truppe in Afghanistan e della base militare a Vicenza, i giornalisti assumono un tono allarmato verso il dissenso. In particolare, nel caso di Vicenza, mettevano in evidenza che anche all'interno della maggioranza c'erano coloro che avversavano la scelta del governo. Il sistema dei due schieramenti è stato creato per impedire un vero esercizio di sovranità. I giornalisti reggono questo gioco e si mostrano stupiti che lo schieramento al potere possa avere persone che ragionano con la propria testa e non eseguono passivamente "l'ordine". I Tg colpevolizzano queste persone facendole sentire responsabili di "indebolire il governo" o di metterne in pericolo la stabilità. Ciò nasconde che i nostri politici non prendono scelte sulla base del benessere dei cittadini, ma per tutelare e rafforzare il sistema stesso. I nostri giornalisti hanno dimenticato che l'essenza della democrazia è proprio il pluralismo. Si sono allineati al sistema in cui tutti gli schieramenti politici sono obbligati ad obbedire ai veri padroni del paese: l'élite economico-finanziaria.

In questi giorni i Tg gridavano "allarme" per la manifestazione di protesta organizzata per il 17 febbraio contro la nuova base militare di Vicenza. Ma in quale democrazia i giornalisti mettono in allarme i cittadini per una manifestazione che esprime la volontà di quasi tutta la cittadinanza?
Il 16 febbraio, annunciando la manifestazione di protesta del giorno successivo, i telegiornali dicevano "si temono violenze", come se chi protesta contro il militarismo è violento. Siamo al paradosso di definire violento chi è contro la guerra e il militarismo, e non chi vuole nuove basi per meglio fare la guerra.

Un modo manipolatorio di dare notizie relative a proteste o a sgomberi violenti è quello di mettere vicina una notizia di criminalità, in modo da indurre l'associazione fra "delinquente" e chi protesta contro il sistema. Il 17 febbraio i telegiornali annunciavano: "Manifestazione di Vicenza... Imponenti misure di sicurezza". Trasmettevano anche un appello di Prodi: "Le manifestazioni sono il sale della democrazia ma siate pacifici". Il tono era quello del buon padre di famiglia, e non traspariva affatto che la realtà era esattamente l'opposto. Cioè coloro che stavano manifestando erano contro la violenza e il bellicismo americano, mentre Prodi era il politico che, lungi dall'avere a cuore il bene dei cittadini, stava sostenendo gli interessi bellici americani contro la volontà della maggior parte dei cittadini di Vicenza. Quindi, si trattava di scelte politiche non democratiche prese dal governo, ma i Tg facevano in modo da creare allarme attorno a coloro che stavano pacificamente, e giustamente, protestando. Qualche telegiornale osava un "Si temono infiltrazioni", ma non spiegava che soltanto il sistema difeso dai politici ha interesse ad infiltrare falsi manifestanti che creino disordine e violenza (com'è accaduto nel G8 di Genova), per poterli far apparire violenti ed estremisti, come cercavano di descriverli i Tg attraverso messaggi allarmanti. Il Tg3 precisava che le forze dell'ordine erano "a difesa del centro storico della città", come se i manifestanti fossero pericolosi e distruttivi. Poi aggiungeva: "c'è anche chi è preoccupato" e si intervistava una persona anziana che appariva confusa per le tante persone arrivate in città. Il porre l'accento sul "pericolo di violenze" serviva anche a distogliere l'attenzione dal valore che la protesta avrebbe avuto sulle scelte del governo, e a nascondere che la volontà dei cittadini non conta nulla di fronte alle imposizioni americane. Non essendoci state violenze, il giornalista del Tg2 ha messo in evidenza uno striscione che definiva di "solidarietà con i terroristi arrestati". Un altro modo per dirottare l'attenzione e per criminalizzare il dissenso.

Impegnati com'erano a colpevolizzare chi protestava contro la nuova base americana, i giornalisti dei Tg hanno omesso la notizia che la nuova base sarà pagata da noi per il 41% delle spese di mantenimento (anche per le altre basi paghiamo parte delle spese).
Chi è contrario alla guerra è diventato un "estremista radicale". Chi denuncia i crimini come la tortura è un "antiamericano". Viene messo sotto processo chi avversa le guerre, e non chi le organizza.
Nello stesso telegiornale (Tg2, ma anche gli altri erano pressoché uguali) del 17 febbraio appariva Prodi in posa accanto al presidente afghano Hamid Karzai, come se quest'ultimo fosse un vero rappresentante politico del popolo afghano e non un personaggio foraggiato da Washington.

Quando i telegiornali notificano gli attentati terroristici in Iraq, in Afghanistan, in Pakistan, in Turchia o in altri paesi, danno soltanto la stima dei morti e il luogo dov'è avvenuto lo scoppio, e non spiegano la situazione del paese. Talvolta menzionano al Qaeda associandola all'attentato, senza indicare le prove a sostegno di ciò.
Le notizie dall'Africa, dall'Asia o dal Sud America arrivano soltanto se c'è un problema che riguarda i nostri connazionali (rapimenti, uccisioni ecc.), oppure quando ci sono le elezioni politiche, che ormai nel nostro sistema sono diventate il simbolo stesso della "democrazia". Come a dire che se non documentassimo le elezioni (che si svolgono ovunque, persino in Iraq e in Afghanistan), non troveremmo altro modo per provare che la "democrazia" esista.
Quelle poche volte che i telegiornali parlano delle guerre in Africa, lo fanno in modo confuso e impreciso, parlando di "conflitti etnici", e senza precisare chi organizza i gruppi in lotta e chi li arma. Non viene detto che nella maggior parte dei casi si tratta dei governi e dei servizi segreti europei e americani, che organizzano le guerre per controllare il territorio e saccheggiarne le risorse.

Le grandi metropoli e periferie del sud Italia appaiono nei Tg nel loro degrado ambientale, appare anche la microcriminalità e la disperazione dei giovani disoccupati. Tutto questo è descritto in modo fatalistico, come se i governi si trovassero impotenti di fronte a questi problemi. Quando a Napoli c'era il problema dei rifiuti, i telegiornali mostravano la città sommersa dalla sporcizia e dall'immondizia, ma non dicevano che questo stava accadendo perché il servizio era stato privatizzato e si impediva ai vecchi impiegati di operare, negando loro i mezzi idonei alla raccolta dei rifiuti. Per avvantaggiare i privati si stava organizzando il servizio diversamente. I cittadini apparivano "colpevoli" di qualcosa, ma in realtà ricevevano le bollette da pagare senza ottenere alcun servizio. Nessun telegiornale trasmise la manifestazione degli operatori ecologici napoletani che protestavano perché non erano messi in grado di lavorare. I cartelli che essi mostravano avrebbero potuto far capire la vera situazione, mentre i telegiornali rendevano impossibile capirla alla radice.

C'è una serie di argomenti "riservati", di cui i telegiornali non parlano. Ad esempio, delle stragi che l'Agip attua in Nigeria, oppure della produzione di armi (ad esempio le cluster bomb), in diverse fabbriche italiane. Armi che vengono esportate in molti paesi, compresi quelli in cui c'è guerra. I Tg non parlano mai di Signoraggio, che è il metodo utilizzato dalle banche per saccheggiare i paesi. Non si parla nemmeno degli statuti delle banche e del sistema bancario della Banca Europea, che ha sottratto all'Italia ben il 38% della finanziaria, impedendo al paese una crescita economica significativa. Sono state tagliate le spese per la scuola e la sanità ed è stata aumentata la pressione fiscale, per pagare le banche e sostenere gli Usa nelle guerre. Quando si è parlato della finanziaria, nonostante lo spazio dedicato a quest'argomento, i telegiornali hanno accuratamente evitato di notificare le ingenti risorse che le banche sottraggono al paese. La trasmissione Ballarò è stata l'unica a rivelare il fatto (ma senza metterlo in evidenza). Un altro argomento tabù è quello delle regole e dell'operato delle istituzioni come il Wto, la Banca mondiale (Bm) e Il Fondo Monetario Internazionale (Fmi). Nessun telegiornale ha mai spiegato che a causa di queste organizzazioni, negli ultimi venti anni, la miseria e la fame sono aumentate, e che il collasso economico di molti paesi, compresa l'Argentina, è stato causato dalle misure imposte proprio dalla Bm e dal Fmi. Moltissimi altri argomenti non vengono trattati, ad esempio, la situazione di disuguaglianza degli immigrati, le gravi discriminazioni che essi subiscono, le persecuzioni di cittadini africani da parte dei governi fantoccio al soldo degli Usa, i massacri in Somalia, in Etiopia, in Nigeria, ad Haiti e in molti altri luoghi. Un altro argomento tabù è il denaro che lo Stato dà alle grandi aziende, somme spesso molto elevate.

Il telegiornale parla di droga soltanto quando comunica la notizia che le forze dell'ordine sono riuscite a sequestrare quantitativi di stupefacenti. Ma non parla mai delle implicazioni e connivenze delle corporation e dei governi nei commerci internazionali di droga.
Si parla di mafia quando si arresta qualche presunto mafioso o quando avvengono delitti, ma non si spiega cos'è davvero la mafia, e come essa sia in espansione grazie alle liberalizzazioni finanziarie, che hanno spianato la strada al riciclaggio facile.
I minuti di politica interna, nei Tg, si risolvono nelle brevi interviste ad esponenti di destra e sinistra, per mostrare come ci sia una questione, una disputa, e come i duellanti siano decisi e forti. Le differenti opinioni sembrano battute teatrali, in uno scenario sempre più avvilente e assurdo. Le questioni sono trattate sempre in modo marginale e superficiale, anche quando si tratta di questioni serie, come l'invio di soldati in Afghanistan. L'informazione si riduce all'opinione dei politici, la maggior parte dei quali non oserebbe sfidare il sistema nemmeno nelle questioni minime.

Alcune questioni interne non sono divulgate. Ad esempio, nel 2002, il Parlamento, quasi all'unanimità, approvò una legge che permette di abolire il tetto massimo di spesa per il "rimborso ai partiti". I cittadini italiani avevano espresso la loro volontà di non dare denaro pubblico ai partiti, attraverso il referendum del 1993, in cui oltre il 90% degli elettori votò contro. La gente crede che oggi questa volontà venga rispettata e non è stata informata quando, nel 1999 è stata approvata una legge che di fatto reintroduceva il finanziamento pubblico ai partiti chiamandolo "rimborso elettorale". Nel 2002 tutti gli schieramenti, ad eccezione dei radicali, votarono a favore di una nuova legge, la n. 156 del 26 luglio 2002, che titolava "Disposizioni in materia di Rimborsi Elettorali". La legge abbassava il quorum di accesso al rimborso dal 4% all'1% e aboliva il tetto di spesa, permettendo a quasi tutti i partiti di ricevere somme molto alte di denaro pubblico. Ad esempio, Berlusconi ha incassato, l'anno scorso, 41 milioni di euro per Forza Italia, la Margherita ne ha presi 20 milioni, l'Udc 15 milioni, i Ds 35 milioni, An 23 milioni, Rifondazione 10 milioni,[1] ecc. Dato l'ingente costo pubblico che ci sarebbe stato, l'approvazione della legge era una questione molto importante per l'opinione pubblica, ma non è stata sottoposta all'attenzione di tutti noi. I Tg non ne hanno nemmeno fatto cenno.

Le questioni spinose, come la malasanità o il costo pubblico di aziende privatizzate (come le ferrovie e le autostrade) vengono trattate come se il problema non fosse risolvibile e senza una sufficiente documentazione. Ad esempio, si parla superficialmente dei tagli alla sanità che stanno causando gravissimi problemi nella gestione delle strutture, oppure dei contratti truffaldini che importanti imprenditori (come Benetton) hanno stipulato con lo Stato. Questi contratti potrebbero essere rescissi se il governo volesse. Molti cittadini se lo aspettavano, dato che in precedenza erano stati duramente criticati dall'attuale maggioranza.

La povertà o la precarietà lavorativa sono diventate nei telegiornali o nelle rubriche di approfondimento una specie di calamità naturale. I poveri ragazzi trentenni vengono intervistati per sapere quanto guadagnano e che tipo di contratto hanno nei call center, nelle fabbriche o addirittura negli uffici pubblici. Si mette in evidenza che queste persone sono spesso laureate e molto preparate, e alcune di esse svolgono funzioni essenziali nel settore pubblico. Ma non si parla delle leggi che permettono il lavoro precario. Di quando sono state approvate e da chi, e di come sono state peggiorate nel tempo.

Poi ci sono i servizi giornalistici che hanno il compito di prepararci ad accettare il peggio. Ad esempio, quelli che ci allarmano sulla "crisi energetica" (per prepararci all'aumento della bolletta), quelli che ci mostrano i giovani delle gang di Londra, o quelli che documentano gli strani fenomeni atmosferici. Anche in questi casi non si va alla radice e non si spiega come è stato creato il problema e da chi. In un servizio del 17 febbraio, il Tg3 informava sull'omicidio di un ragazzo ad opera delle gang giovanili dei sobborghi di Londra. Il giornalista diceva: "Il problema sono le condizioni sociali... le famiglie non sono in grado, a causa della povertà, di fronteggiare il problema, allora c'è l'alcol, la droga o le armi da fuoco". Nessun cenno alla situazione politico-economica, e al bombardamento mediatico che esalta sempre più la violenza.

Anche l'allarme Sars rientrava nelle notizie che avevano l'obiettivo di preoccupare. Per alcuni mesi siamo stati bombardati da notizie allarmanti su presunti casi di questa malattia. Quello che non si diceva era che la Sars è nata da un esperimento avvenuto nell'aprile del 2003 a Toronto, ad opera di associazioni governative statunitensi e dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, sostenuti finanziariamente dalla famiglia Rockefeller, dalla Carnegie Foundation, e da importanti produttori di farmaci. L'obiettivo era quello di ridurre la popolazione e far acquistare nuovi farmaci, come spiega il Dott. Leonard Horowitz:

La SARS e l'attuale timore per l'influenza aviaria ricevono l'approvazione dei capitani delle industrie militar-medico-farmaceutico-petrolchimiche, che parimenti in molti casi documentati operano al di sopra delle leggi... consideriamo il fatto che il flusso delle informazioni date dai mezzi di comunicazione di massa è stato pesantemente influenzato, se non interamente controllato, dai garanti delle imprese multinazionali, che hanno protetto e fatto avanzare gli interessi di un gruppo relativamente ristretto di imprese globali... Avendo testimoniato di fronte al Congresso USA, ho personalmente verificato come le prime donne dell'industria farmaceutica dirigono dal punto di vista economico e politico i nostri rappresentanti al governo. Le malattie che stanno emergendo sono di complemento alla politica della "Guerra contro il Terrorismo" e alla nostra cultura influenzata dal bioterrorismo. Questa agenda serve per due obiettivi principali: il profitto e la riduzione della popolazione. Realtà politica contro i miti mass-mediologici.[2]

Quando è emerso che l'allarme aviaria in Europa aveva lo scopo di indurre ad acquistare il farmaco Tamiflu, e che la sicurezza e l'efficacia del farmaco non erano mai state provate, le notizie allarmanti sono sparite. In questi ultimi giorni stanno ritornando altre notizie sulla variante H5N1 dell'aviaria. Probabilmente è stato prodotto un nuovo farmaco.
Nei nostri Tg, dopo pochi minuti di notizie di politica interna ed estera, arriva la parte più lunga della cronaca e dell'attualità. La scelta spesso cade su notizie riguardanti nuovi prodotti per la calvizie, la bellezza o tecnologici. Giuseppe Altamore, nel suo libro I padroni delle notizie, spiega che sempre più spesso i giornalisti televisivi presentano pubbliredazionali come fossero semplici notizie. Si tratta di presentare in modo enfatico prodotti che vanno dal nuovo tipo di telefonino a nuovi cosmetici, capi di abbigliamento e addirittura farmaci. Dopo l'impiccagione di Saddam, il Tg2 annunciò la creazione negli Stati Uniti di un nuovo giocattolo: il pupazzo Saddam corredato da cappio. Il giornalista si curò di precisare anche il prezzo e la possibilità di acquistarlo via Internet.

La cronaca rosa ha il suo spazio nei Tg, sempre più ampio: matrimoni o divorzi fra vip, se Madonna adotta un nuovo bimbo, oppure se un'attrice si è gonfiata di silicone o si droga. I servizi sulla moda, sull'elezione di Miss Italia o di Miss Universo non mancano. Talvolta i Tg riempiono spazio raccontando la storia di un animale o spiegando l'esecuzione di una ricetta. Viene documentato persino il "Raduno internazionale delle Mongolfiere", e ci informano anche sugli ultimi modelli dei vestitini per cani e gatti. Si tratta di modi per confondere su ciò che dovrebbe essere veramente la comunicazione giornalistica, che negli ultimi venti anni è stata declassata e fuorviata nel modo stesso di intenderla.

L'informazione dei Tg segue ormai il "pensiero unico" e anche la regia è unica. Si tratta delle grandi agenzie di propaganda americane, come la Heritage Foundation , l'American Enterprise Institute e il Manhattan Institute. Le agenzie di propaganda americane provvedono affinché l'opinione pubblica subisca pesanti manipolazioni, che rendano difficile una vera consapevolezza di quello che sta accadendo nel mondo di oggi. Per riuscire a capire occorre utilizzare Internet e leggere le notizie dal mondo. E' una cosa che soltanto pochi si possono permettere di fare; e di solito non si tratta di anziani, casalinghe o persone che lavorano per molte ore al giorno, e che non hanno tempo materiale di informarsi se non attraverso la Tv. Per queste persone c'è soltanto quell'infomazione "emotiva" e distorta che serve a renderli docili e incapaci di difendere i propri diritti. Come osserva Sartori: "Sostenere che la cittadinanza dell'era elettronica è caratterizzata dalla possibilità di accedere a infinite informazioni... sarebbe come dire che la cittadinanza nel capitalismo consente a tutti di diventare capitalisti… È vero che un'immagine può valere più di mille parole. Ma è ancor più vero che un milione di immagini non danno un solo concetto".[3]

I telegiornali sono ormai rotocalchi di una realtà che non è quella in cui viviamo. Sono sempre più orientati allo spettacolo, all'appiattimento e alla banalità. Come in un circo, ognuno fa il suo numero, con l'obiettivo di emozionare, catturare l'attenzione, intrattenere e persino fare divertire. Mentre gli eventi occultati diventano sempre più inaccettabili: quei due terzi del mondo ridotti in estrema miseria, quei milioni di bambini che per mangiare devono cercare nella spazzatura, le nostre regioni soggette al potere mafioso implacabile e crudele, le guerre contro i popoli, le dure persecuzioni contro chi lotta per la giustizia e i diritti umani...
Finché il potere mediatico sarà quasi completamente nelle mani di chi vuole un sistema politico-economico basato sulla legge del più forte e sul controllo dei popoli, è ingenuo credere che le risorse umane, spirituali e culturali degli individui stiano ricevendo impulso alla loro libera realizzazione. Le sottili tecniche di coercizione, di diseducazione e di appiattimento culturale sono dirette contro ognuno di noi, come un ulteriore affronto alle nostre menti e alla nostra dignità di cittadini.

Antonella Randazzo ha scritto Roma Predona. Il colonialismo italiano in Africa, 1870-1943, (Kaos Edizioni, 2006); La Nuova Democrazia. Illusioni di civiltà nell'era dell'egemonia Usa (Zambon Editore 2007) e Dittatore. La Storia Occulta (Edizione Il Nuovo Mondo, 2007).

[1] Report, 1 ottobre 2006.
[2] Horowitz Leonard, Death in the Air: Globalism, Terrorism and Toxic Warfare, Tetrahedron Publishing Group, Idaho, U.S.A., 2001.
[3] Sartori Giovanni, Homo videns, Laterza, Bari 1997.

Le 5 Leggi Biologiche

Da NuovaMedicina.com/ PDF Stampa E-mail

“Perché ci si ammala?", Cos’è la malattia?”,

sono le domande che l’essere umano si pone dalla notte dei tempi alle quali mai nessuno sinora ha saputo rispondere in maniera esaustiva.
Ora, grazie alle 5 Leggi Biologiche scoperte dal dr. Hamer e da lui denominate “Nuova Medicina Germanica”, non solo siamo in grado di sapere il perché (eziologia) e il come (patogenesi) di una “malattia”, ma possiamo anche rispondere a una terza domanda: “Perché proprio a me?”.
In base alle 5 Leggi Biologiche possiamo verificare come per qualsiasi “malattia” non si tratti di un evento casuale o di una “sfiga scientifica” ma che è sempre parte di un programma biologico e sensato della natura, finalizzato alla sopravvivenza e comune a qualsiasi essere vivente, che sia un essere umano, un animale, una pianta o anche un feto.
Inoltre, la cosa affascinante di questo nuovo modo di comprendere la “malattia” è proprio che ogni singola legge è verificabile da chiunque e per qualsiasi sintomo.
Non ci viene quindi chiesto di “credere” alla loro efficacia, ma bensì di verificarle nella nostra vita quotidiana. Verifica che richiede una profonda attenzione, un po’ di conoscenza, ma soprattutto la seria disponibilità alla riflessione.
Le 5 Leggi Biologiche ci permettono di comprendere come Psiche, Cervello e Organi siano tre livelli dello stesso organismo e ciò che accade in quel processo che abbiamo sempre chiamato “malattia”, è visibile contemporaneamente a tutti e tre i livelli. Questo comporta che se conosco uno dei livelli posso determinare precisamente anche gli altri due.

IL SISTEMA DELLE 5 LEGGI BIOLOGICHE È SOVRADETERMINATO:

Grazie alle 5 Leggi Biologiche abbiamo tanti elementi che ci portano ad avere un sistema sovra determinato: praticamente per ogni singolo sintomo abbiamo tutta una serie di elementi sempre verificabili e che sono connessi uno all’altro, come fossero tanti punti sulla stessa linea retta. Questo comporta che se io conosco uno di questi punti, cioè se ho uno degli elementi (ad es. il sintomo, l’origine embrionale, la fase, ecc.), ho già anche l’indicazione di molti altri livelli che sono necessariamente coinvolti. Pensate che, per poter effettuare le mie verifiche, per ogni singolo sintomo ho più di 100 fattori diversi che posso valutare. E a livello statistico, se verificassimo anche solo 5 o 6 fattori contemporaneamente per un singolo processo in corso, questo significherebbe che avremmo una percentuale astronomica di prove concomitanti!



LA PRIMA LEGGE BIOLOGICA CI PERMETTE DI COMPRENDERE L'ORIGINE DI TUTTE LE “MALATTIE”, DAL RAFFREDDORE AL TUMORE.
Come inizia una qualsiasi “malattia”: la DHS
La “malattia” è generata da qualcosa di molto preciso, che Hamer definisce conflitto biologico. Niente che ci aggredisca dall’esterno, o a causa di un “sistema immunitario” debole, nessuna causa genetica. Non è causata nemmeno da uno stress o da un trauma generico, o da un conflitto psicologico, ma la “malattia” nasce con una modalità molto precisa, e cioè a causa di uno “shock acuto, inaspettato, drammatico e vissuto con un senso di isolamento” che Hamer ha denominato DHS (Dirk Hamer Syndrom, in ricordo del proprio figlio).
Perché biologico?
Si definisce uno shock biologico inaspettato perché la persona (come qualsiasi essere vivente) viene colta “in contropiede”. Ovvero: accade qualcosa che attiva nel nostro sistema una risposta automatica, senza che ci sia il tempo perché tale risposta possa essere mediata dalla mente. In questo senso è di tipo biologico, proprio perché è una risposta immediata quando “non c’è tempo”.
Esempio di conflitto psicologico: Se la ditta dove lavoro va male perdendo nel tempo sempre più clienti e alla fine chiude, questo sarà un fatto che mi rattrista, mi preoccupa, mi fa anche arrabbiare, ma non mi fa ammalare perché non è qualcosa che accade in maniera inaspettata.
Esempio di conflitto biologico: Se invece un giorno vado a lavorare e trovo sul mio tavolo una lettera di licenziamento, vivo uno shock biologico, inaspettato, che mi coglie impreparato.
Il conflitto biologico ha quindi connotazioni molto precise:
1) è immediato e inaspettato, cioè non ha il tempo per essere mediato dalla mente.
2) E’ acuto nel senso che accade in una frazione di secondo.
3) La persona nel momento della DHS è come staccata, isolata dal mondo, e vive quell’istante con un senso di solitudine: in quella frazione di secondo è quella persona unica a vivere lo shock.
Lo shock biologico è qualcosa che viviamo quotidianamente:
Questo shock biologico, è qualcosa che possiamo vivere più volte in una stessa giornata. E’ importante quindi sfatare l'idea che debba essere assolutamente qualcosa di drammatico, perché basta un piccolo shock per reagire istantaneamente su tutti i nostri livelli (psichico, cerebrale e organico.)
Ma non tutti questi shock producono uno stato che definiamo “malattia”: perché non è sufficiente vivere uno shock per produrre una “malattia” ma dipende da quanto tempo rimaniamo congelati nello stato di conflitto attivo (massa conflittuale). Questo concetto vi sarà più chiaro leggendo la Seconda legge biologica.
Esempio: immaginate di entrare in un bagno pubblico, di aprire la porta e di trovarvi inaspettatamente di fronte una persona che occupa già il bagno. In quell’istante abbiamo una reazione immediata di “spavento/sorpresa”. Stiamo vivendo una situazione ben lungi dall’essere drammatica, ma in quella frazione di secondo abbiamo avuto, istantaneamente, una serie di reazioni immediate, cioè non mediate dalla mente, dove siamo entrati in simpaticotonia, abbiamo trattenuto il respiro, contratto i muscoli, liberato noradrenalina. Abbiamo avuto cioè tutta una serie di reazioni fisiologiche di “allarme” automatiche, immediate, anche se in questo caso, dove cioè lo shock dura solo qualche istante, non abbiamo poi una reazione nel corpo che chiamiamo “malattia”.
La DHS, ovvero lo shock biologico, non è un errore della natura, al contrario è sensato e utile alla sopravvivenza.
La DHS è quindi qualcosa di comune, che fa parte della vita, assolutamente non malvagia. È una possibilità che la natura ha predisposto per noi in milioni e milioni di anni, per far fronte, adattandoci, alle situazioni inaspettate piccole o grandi che siano. Pensate a quando vivevamo nella foresta, dove gli adattamenti per conservare la vita e proseguire la specie erano molto più impellenti.
In effetti lo shock biologico attiva all’istante il sistema neurovegetativo: entro in simpaticotonia, vasocostrizione, ho un aumento del ritmo cardiaco, mani e piedi freddi, e finché non mi tranquillizzo farò fatica a dormire e a mangiare e avrò continuamente il pensiero ossessivo, fisso sul problema. Questo è molto sensato in natura, perché nel momento del disastro la bestia deve essere istantaneamente in allerta e pronta per contrattaccare o scappare. Non ha tempo né di mangiare né di dormire e si occupa continuamente del problema finché non trova la soluzione.
Pensate cosa accadrebbe al coniglietto se, vedendo arrivare la volpe, si fermasse a pensare: “Oh, la volpe... chissà quale sarà la via di fuga migliore?”. Invece, istantaneamente inizia a correre e non si ferma finché non è al sicuro nella sua tana, senza nemmeno occuparsi se la volpe ha continuato a inseguirlo o si è fermata prima.
È quindi una reazione sensata di sopravvivenza, adattamento e mantenimento della specie.
Il “contenuto del conflitto”
Nella nostra società moderna abbiamo perso l’attenzione all’esperienza sensoriale diretta, mentre ciò di cui stiamo parlando è proprio di un sentito diretto, biologico, non mediato, che un essere umano, un gatto, un cane, un cavallo, un neonato o anche un feto vivranno con la stessa modalità. Perciò Hamer descrive il contenuto del conflitto con il semplice “linguaggio animale”, biologico, delle funzioni dell’organismo: “mancare del boccone”, “non poter mandare giù”, “non poter marcare il proprio territorio”, “sentirsi attaccato”, “qualcosa puzza nell’aria”, ecc.
È chiaro che poi quando parliamo di “essere umano”, il sentito animale va tradotto con quella che è l’esperienza dell’essere umano di oggi e, se per l’animale “mancare del boccone essenziale” vuol dire effettivamente morire di fame, cioè non trovare il cibo, l’essere umano può sentire la stessa cosa se fa bancarotta, perde il lavoro, si trova in mezzo a una strada. Ma sia l’animale che non ha più il cibo sia l’uomo che ha perso il lavoro, reagiranno entrambi producendo, in conflitto attivo, un adenocarcinoma al fegato, per metabolizzare al meglio quel poco cibo che trova.




Quindi riassumendo la prima Legge:
Primo Criterio: Ogni programma Speciale, Biologico e Sensato (SBS) è generato da una DHS, vale a dire da uno shock acuto, inaspettato e vissuto con un senso di isolamento, che si verifica contemporaneamente ai tre livelli: Psichico - Cerebrale - Organico.

Secondo Criterio: Nell’istante della DHS è il contenuto del conflitto ( cioè quello che l'individuo sente profondamente) a determinare sia la localizzazione nel cervello dove si attiva il Focolaio di Hamer (FH), e conseguentemente, l’organo che reagirà.
Terzo Criterio: Il decorso del programma SBS sui tre livelli (psiche - cervello - organo) è sincrono, a partire dalla DHS fino al termine della fase di soluzione del conflitto (compresa la crisi epilettica o epilettoide):

-Nella fase di conflitto attivo, cioè dalla DHS fino alla soluzione del conflitto troviamo
a livello emotivo: pensiero ossessivo sul conflitto, a livello cerebrale: focolaio di Hamer visibile a tac cerebrale con cerchi concentrici nitidi, a livello organico: risposta funzionale del tessuto implicato.

-Nella fase di riparazione cioè dalla soluzione del conflitto fino alla normotonia troviamo
a livello emotivo: tranquillità, a livello cerebrale: il Focolaio di Hamer produce edema di riparazione, i cerchi nel cervello risultano sfuocati, a livello organico: i tessuti riparano.


LA II LEGGE
BIOLOGICA : LE COSIDDETTE “MALATTIE” PRESENTANO DUE FASI
Il dr. Hamer ha scoperto che il Programma Speciale, Biologico e sensato (SBS) è bifasico se arriviamo alla soluzione del conflitto biologico, altrimenti perdura la prima fase (fase di conflitto attivo)


La prima parte dello schema, rappresenta la normotonia, quando cioè, non essendo attivato alcun conflitto, viviamo il normale
ritmo giorno/notte
Al mattino, in concomitanza alla maggiore produzione di corticosteroidi, entriamo prevalentemente in simpaticotonia, siamo svegli e attivi. Verso sera entriamo invece prevalentemente in vagotonia, ci rilassiamo e possiamo dormire.

Dopo la DHS abbiamo:

La prima fase: fase di Conflitto Attivo ( CA, fase simpaticotonica)
A partire dal momento della DHS il nostro organismo entra nella prima parte del programma, quello definito di Conflitto Attivo o Simpaticotonia permanente. Si tratta di una fase fredda, dove siamo in tensione, ripensiamo ossessivamente al conflitto, avremo una attivazione dell'innervazione simpatica del sistema nervoso autonomo: vasocostrizione, aumento della frequenza cardiaca, respiratoria e della pressione arteriosa, irrigidimento, sudore freddo, aumento del tasso di noradrenalina nel sangue, ecc.
I nostri vasi sanguigni sono contratti (avremo le estremità fredde), il ritmo cardiaco e respiratorio è accelerato e il nostro organismo libera noradrenalina nel sangue. In questa fase, a parte la sensazione di freddo e l’insonnia, non avvertiamo praticamente alcun sintomo.
In questa fase troveremo le cosiddette malattie fredde (astenie, anemie, consunzioni, ecc.)
I tempi della fase CA:il tempo che intercorre tra l’inizio e la fine non è dettato dalla natura ma dalla nostra capacità, possibilità o disponibilità, a non rimanere congelati nel problema e ad agire per risolvere.
In cosa consiste la Massa Conflittuale?
Quando viviamo una DHS e si attiva un programma speciale, se invece di agire per risolvere, “scappando o contrattaccando”, restiamo fermi, congelati nel problema e non ci muoviamo, continuiamo a mantenere il conflitto in attivo e facciamo quindi un accumulo di tensione. L’intensità e la durata del mio conflitto attivo crea quella che chiamiamo massa conflittuale. Questo significa che più vivo intensamente e più tempo sto in un dato conflitto, più tempo e lavoro ci vorrà poi da parte del corpo e del cervello, per riparare e riportare a normalizzazione gli organi che si sono attivati.
Ecco perché le piccole DHS quotidiane non “producono malattia”. In effetti, pur vivendo diverse DHS in una stessa giornata (si rompe un piatto, sbatte una porta etc) durando pochi istanti o minuti, il corpo non avrà avuto sufficiente tempo di conflitto attivo da richiedere poi un tempo di riparazione che diventi visibile a livello sintomatico.
Come si risolve un conflitto biologico?
Un conflitto biologico può risolversi in tanti modi: perché ho ottenuto quello che volevo; perché non ci sono più le premesse per mantenere il conflitto (come per Hamer quando è morto suo figlio); perché non mi interessa più o mi occupo di altro. Ma come è inaspettata la DHS, anche la soluzione arriverà in modo inaspettato: io posso solo creare le premesse perché il conflitto biologico arrivi a soluzione, ma non posso risolverlo con la mia volontà, solo perché l’ho deciso con la mente. Quando arriva la soluzione sento inaspettatamente qualcosa che si scioglie dentro: una profonda e intima sensazione che tutto è di nuovo a posto.
La seconda fase: fase di riparazione (Pcl fase vagotonica)
Dopo la soluzione del conflitto (Conflittolisi = CL) quando cioè il conflitto biologico è arrivato a soluzione, il programma prevede un periodo di riparazione (Postconflittolisi= Pcl) sia dei tessuti che hanno lavorato sia del focolaio cerebrale
correlato, per riportare l’organismo a normalizzazione. E’ un momento di sfinimento paragonabile a quando un animale si riposa dopo una corsa.
Si definisce fase di vagotonia permanente. E’ una fase calda, che vede la prevalenza dell’innervazione parasimpatica (o vagale) del sistema nervoso autonomo con vasodilatazione, rallento del ritmo cardiaco e respiratorio.
E’ una fase espansiva, caratterizzata da forte stanchezza, dolore, febbre e ritorno progressivo dell’appetito. E’ in questa fase di riparazione che abbiamo la maggior parte dei sintomi per cui ci sentiamo “malati”.
Nella fase di riparazione troviamo le cosiddette malattie calde (esantematiche.)

Dopo la CL (conflittolisi: soluzione del conflitto biologico) abbiamo:

La fase di riparazione (Pcl) è costituita da due momenti distinti (fase PclA e fase PclB)
La prima, la PclA è quella più impegnativa perché è in questa fase che il corpo gonfia e trattiene liquidi al fine biologico di dare più spazio e nutrimento alle cellule che stanno riparando. Questa fase perciò produce spesso i dolori e i fastidi più forti, come stanchezza, febbre, nausea, ecc. Per un conflitto lungo ed intenso, la sua durata non supera comunque le 3 settimane, a patto che non ci siano recidive.
Nella seconda fase di riparazione, la PclB, iniziamo invece a espellere i liquidi, trattenuti negli organi e negli edemi cerebrali, tramite una forte sudorazione e tanta urina (specialmente di notte). La febbre si normalizza, i dolori e i fastidi si riducono sino a scemare (a patto che non si facciano recidive nel frattempo e che non si trattengano nuovamente i liquidi, in conseguenza al “conflitto del profugo”).
Il giro di boa: la Crisi Epilettoide (C.E.)
Tra queste due fasi vagotoniche, PclA e PclB, c’è un momento particolare che Hamer ha definito “crisi epilettoide” o crisi epilettica (che è la crisi epilettoide specifica della corteccia motoria). Questo momento di contrattura costituisce il “giro di boa” del corpo per tornare a normalizzazione. La crisi epilettica o epilettoide corrisponde a livello vegetativo, alla fase simpaticotonica. Si tratta di un breve ritorno alla fase simpaticotonica, ma molto più intenso, e il tipo di manifestazione sarà diverso per ogni tessuto (es: starnuto, vomito, colica, crampo muscolare, crisi motoria tonico-clonica, coma epatico, l’infarto etc.). La sua funzione è quella di espellere i liquidi (edemi) trattenuti sia nel corpo che nel FH per portarci a normalizzazione. La maggior parte delle crisi epilettoidi passano per lo più inosservate, mentre saranno pericolose solo alcune sopratutto nel caso di conflitti molto forti e risolti bruscamente. Questo è soprattutto vero se in concomitanza abbiamo ritenzione idrica dovuta al “conflitto del profugo” attivo.
Alla fine del programma SBS torniamo come prima?
E’ assolutamente fondamentale comprendere che quando un tessuto ha lavorato, alla fine del processo, non sarà più come l’originale. Troveremo resti cicatriziali, calcificazioni, incapsulamenti, ispessimenti. Un linfonodo al termine del suo programma SBS resterà un po’ più grosso e duro. Una ghiandola mammaria che ha fatto tante recidive si presenterà alla fine come una cisti liquida. Un osso sarà un po’ più grosso e calcifico. Se non teniamo conto che possiamo vivere tranquillamente per il resto della nostra vita con queste cicatrici, rimarremo sempre con la sensazione di essere malati, non a posto. Resteremo così costantemente a rischio di attivare nuovi programmi sia a causa di quella sensazione, sia grazie a qualche indagine “preventiva” che, non considerando il funzionamento dei tessuti, porterà a nuove supposizioni diagnostiche disastrose, per delle cicatrici magari finite da anni.
Cosa succede nel Cervello durante il programma bifasico?
La “malattia” è una risposta biologica ad un ordine sensato del cervello: ad un determinato sentito conflittuale, un’area precisa del cervello si attiva per dare una risposta sensata, attivando l’organo più adatto a fornire tale risposta. La cellula, l'organo ed il cervello sono strettamente interconnessi", e "nulla succede all'interno di un organismo senza il coinvolgimento del proprio computer centrale: il cervello".

E’ evidente quindi che anche nelcervello, in modo sincrono con l’andamento del programma SBS, avremo dei segnali, visibili a tac cerebrale, che saranno diversi nelle diverse fasi, ma che si presenteranno sempre in modo uguale, indipendentemente dall’organo attivato (e quindi dalla localizzazione del FH).
Questo significa che in fase di Conflitto Attivo avremo sempre una configurazione a cerchi concentrici, nitidi, a bersaglio.
Nella prima fase di soluzione PclA, l’area si presenterà gonfia ed edemizzata perché, come l’organo, anche il cervello che sta riparando richiama liquor, e i contorni non saranno più nitidi. E’ in questa fase che troviamo per lo più i sintomi neurologici: parestesie, paralisi motorie, assenze, flaccidità muscolare, vertigini etc.
Nel momento della CE proprio grazie a questa contrazione violenta del FH ci è permesso di espellere i liquidi trattenuti: da questo momento, eventuali problemi neurologici o motori, inizieranno a scemare riportandoci a normalizzazione.
Nella seconda fase PclB anche l’edema cerebrale, come l’organo, inizia ed espellere il liquido accumulato e quindi si farà via via più chiaro e diventeranno visibili le cellule gliali (che sono cellule di struttura) cresciute in più per fortificare la struttura cerebrale.
Quando si tornerà a normalizzazione resterà una cicatrice come segno che quella parte ha lavorato, praticamente senza comportare alcun deficit.
Diventa facile anche riconoscere recidive conflittuali (descritte più avanti nel testo) poiché a tac cerebrale sarà evidente sia una maggiore presenza di cellule gliali e contemporaneamente, l’edema interno. Questo quadro è quello che la medicina ufficiale definisce tumore cerebrale, visibile grazie alla TAC o RMI con liquido di contrasto. A questo proposito va notata un’incongruenza: tumore significa crescita, ma nel cervello non esiste una crescita cellulare (nasciamo con un certo numero di neuroni e moriamo, al limite, con un numero inferiore) se non per quanto riguarda le cellule gliali, le uniche che possono crescere e che sono delle innocue cellule di tessuto connettivo e cicatriziale!
Conseguenze di conflitti troppo estesi o di continue recidive.
Nel caso si facciano delle soluzioni troppo importanti e con un edema molto espanso (soprattutto a causa della ritenzione idrica durante il conflitto del profugo) si può morire per compressione cerebrale o anche avere dei deficit funzionali che però passano una volta che l’edema viene riassorbito.
Il pegno che paghiamo invece quando facciamo continue recidive consiste in una maggiore cicatrizzazione e rigidità dell’ara cerebrale coinvolta. Questo comporta alla fine che le connessioni neuronali non riescono più a lavorare al 100% e i deficit rimangono (vedi il quadro definito dalla medicina ufficiale come Alzheimer, che si manifesta solo dopo continue recidive, con cicatrizzazioni nella corteccia sensoriale, dovute a ripetuti conflitti di separazione).
Sempre a causa di continue recidive nella stessa area cerebrale, può succedere che alla fine il tessuto cerebrale in quella parte resti un po’ più rigido e che all’ennesima riattivazione o durante la crisi epilettoide, può lacerarsi (ictus o colpo apoplettico).
I tempi della fase Pcl: se per la fase di conflitto attivo il tempo in cui resto congelato nello stress dipende dalla mia capacità di trovare una soluzione al mio conflitto biologico, per la fase di riparazione invece non sono io a decidere, ma la durata dipenderà da quanto è stata lunga, intensa e impegnativa la fase di conflitto attivo. Il corpo ha bisogno del suo tempo per riparare e io posso solo assecondarlo contenendo i sintomi più importanti e la vagotonia eccessiva.
Se vivo un conflitto per quattro giorni pieni, allora, per riparare, avrò bisogno di 2 giorni in PclA e 2 in PclB. Invece se vivo un conflitto intenso per più di 6 settimane, allora la prima fase in PclA sarà al massimo di 3 settimane, a patto che non ci siano recidive, mentre il resto del tempo di riparazione avverrà in PclB.
La natura non ci chiede di non fare conflitti ma di risolverli in tempo utile: ci ha predisposti per vivere i conflitti biologici in modo da poterci adeguare costantemente alle nuove esigenze e cambiamenti della vita. Ci chiede però di risolverli in tempo utile, altrimenti, non essendo capaci di adattarci alla vita, dobbiamo perire… E se ho tirato troppo la corda, alla fine non sarò in grado di sopportare la fase di riparazione perché sarà troppo impegnativa e finirò col morire. Anche in questo caso, benché la cosa possa essere drammatica per l’individuo, alla base non c’è nulla di “maligno”: per la natura c’è solo ciò che è utile al mantenimento e all’evoluzione della vita e delle varie specie sulla terra.
Riassumendo: inizialmente viviamo il ritmo normale giorno/notte (normotonia). A partire dalla DHS inizia la cosiddetta “curva bifasica” di un programma SBS. Abbiamo di seguito la fase di conflitto attivo, la fase CA, che termina alla soluzione del conflitto, la conflittolisi(CL). Dopo la soluzione del conflitto inizia la prima parte della fase di riparazione con gonfiore e febbre senza sudore, la PclA,che termina con la crisi epilettoide (C.E.). Segue la seconda parte della fase di riparazione, quella dove gli edemi vengono espulsi (forte sudore e tanta urina, spesso di notte), la PclB, che termina con il ritorno alla normalità (normotonia).
Binari o recidive
La DHS può durare solo un istante, ma in quell’istante la sopravvivenza stessa dell’individuo è come minacciata: è un momento estremamente significativo dal punto di vista biologico. In quel momento è come se l’organismo scattasse una polaroid con tutti gli elementi presenti in quell’esperienza: oggetti, i suoni e gli odori di quell’istante, restano registrati sotto la cornice di uno stesso contenuto emotivo. Da quel momento in poi l’organismo resta sensibilizzato, “allergico”, a tutti gli elementi presenti in quella esperienza e anche uno solo di quegli elementi sarà sufficiente per riattivare il medesimo vissuto, cioè lo stesso programma SBS. Questo quadro è quello che viene definito come Binario Conflittuale. Sotto il cappello di “binario conflittuale” si raccolgono quindi tutte le diagnosi delle “allergie”, “malattie croniche” o delle cosiddette “malattie autoimmuni”.
La Recidivainvece è quando io rivivo esattamente lo stesso tipo di conflitto (es: muore papà e poi muore mio marito). Ogni volta che ho dei sintomi, che mi sento “malato” vuol dire che ho per forza fatto due cose: che ho rivissuto o riattivato una DHS e che poi l’ho anche risolta! Questo ogni volta che si presenta un sintomo.


LA III LEGGE
BIOLOGICA

Con la Terza Legge possiamo osservare le correlazioni tra il sistema ontogenetico (la composizione dei vari tessuti) e la Seconda Legge, quella del decorso bifasico dei programmi SBS dei tumori e delle malattie oncoequivalenti
Nello schema sono illustrati due gruppi cerebrali differenti



- il
gruppo giallo del cervello antico o paleoencefalo (tronco cerebrale e cervelletto)
- il
gruppo rosso del cervello recente o neoencefalo (corteccia e midollo cerebrale).
Questa suddivisione del cervello è determinata dalle leggi dell'embriologia.
Nella fase del conflitto attivo, (fase attiva, simpaticotonica):
- Il
gruppo giallo produce tumori adenoidei compatti con proliferazioni cellulari.
- Il
gruppo rosso produce, nella stessa fase, necrosi e ulcere dei tessuti.
Nella fase di soluzione del conflitto, fase di riparazione, vagotonica, postconflittolisi (pcl) succede esattamente il contrario:
- il
gruppo giallo del paleoencefalo (antico) riduce i tumori per necrosi caseosa tramite
funghi e micobatteri, mentre
- il
gruppo rosso del neoencefalo (recente) colma le necrosi e le ulcere con l’aiuto di virus, batteri, relativi gonfiori e produzioni di cisti.
Possiamo riassumere la III LEGGE BIOLOGICA con la seguente frase: “c'è crescita e crescita”.
ATTENZIONE: questa terza legge è di fondamentale importanza: proprio questa chiara distinzione, che risulta essenziale per una diagnostica precisa che permetta effettivamente di sapere cosa sia sensato fare, non viene attualmente considerata in medicina! In effetti, nell’ignoranza di questa terza legge, essa considera tutto quello che cresce in eccedenza come “maligno”.
Grazie alle scoperte del dr. Hamer abbiamo invece la possibilità di comprendere che ci sono due momenti diversi in cui cresce qualcosa (proliferazione cellulare) nel nostro organismo. Questo comporta un completo capovolgimento della comprensione diagnostica attuale.
1) La crescita dei tessuti diretti dal vecchio cervello, il paleoencefalo: endoderma (diretto dal tronco cerebrale) e mesoderma (diretto dal cervelletto). Entrambi hanno lo stesso comportamento: nella fase di conflitto attivo abbiamo un aumento di funzione istantaneo e se il conflitto perdura per qualche tempo noteremo anche una proliferazione cellulare, con tumori adenoidei compatti. Nei tessuti diretti dal vecchio cervello quindi la crescita cellulare avviene in fase di conflitto attivo.
Esempio: se immaginate di mordere un limone succoso e aspro sentirete un aumento della salivazione, avrete subito l'acquolina in bocca. Immediatamente le nostre ghiandole salivari (dirette dal tronco cerebrale) hanno prodotto più saliva (conflitto attivo) per ingoiare o sputare questo boccone. E’ il modo con cui automaticamente il nostro organismo tenta di sistemare la situazione, con un aumento di funzione istantaneo. Appena ho sputato o ingoiato questo boccone aspro, la salivazione si normalizza.
Nello stesso modo se invece del limone a “invadere” la mia bocca sono i ferri del dentista, anche qui avrò aumento di funzione e il dentista, per poter lavorare, dovrà aspirare durante tutto l’intervento questa produzione eccessiva. Se adesso però devo sottopormi inaspettatamente a delle cure dentistiche più lunghe o dolorose, posso continuare a mantenere il conflitto attivo più a lungo ed ingrosserò anche le ghiandole salivari, per produrre ancora più saliva e sputare meglio quel “boccone” indesiderato. Questo nodulo che il mio organismo avrà prodotto, verrà poi diagnosticato come adenocarcinoma della ghiandola salivare, ma questo aumento cellulare non è affatto sbagliato o addirittura “maligno”, perché è cresciuto in un momento assolutamente sensato per me quando ero in conflitto attivo ed avevo bisogno di sputare questa intrusione dei ferri del dentista. Appena finito il trattamento avrò la fase di soluzione con caseificazione ed espulsione delle cellule cresciute in più.
Riepiloghiamo quindi cosa succede nei tessuti diretti dal paleoencefalo (tronco cerebrale e cervelletto):
- in fase attiva: aumento della funzione e crescita (adenocarcinoma) sensatissimi!
- dopo la soluzione del conflitto: normalizzazione della funzione e riduzione per necrosi caseosa del tessuto cresciuto in più e non più necessario (avremo quindi adenocarcinoma con parti necrotiche e pus) oppure, se mancano i nostri simbionti microbi, incistamento del tumore con tessuto connettivale che resterà nel corpo, asintomatico, come una vecchiacicatrice (cosiddetto fibroadenoma).
2) La crescita dei tessuti del nuovo cervello o neoencefalo: mesoderma diretto dal midollo cerebrale e ectoderma diretto dalla corteccia cerebrale. In questi due tessuti abbiamo invece un comportamento diametralmente opposto a quelli visti prima del paleoencefalo.
In conflitto attivo abbiamo una riduzione di funzione e quando il conflitto perdura nel tempo, abbiamo anche una riduzione cellulare: ad es. per un conflitto biologico di svalutazione di sé, di non essere adeguato alla sopravvivenza, posso fare un’osteolisi, un’osteoporosi, una riduzione di produzione di globuli bianchi o rossi, ecc.
Dopo la soluzione del conflitto entriamo nella fase di riparazione, il corpo ripara i deficit funzionali e le ulcere e necrosi prodotte antecedentemente in conflitto attivo, con la concomitanza di virus (se esistono), batteri, gonfiori e produzioni di cisti.
Subito dopo la conflittolisi abbiamo in un primo tempo una momentanea drastica riduzione della funzione che poi lentamente si ripristina quasi completamente. Per quanto riguarda invece la riparazione dei tessuti, vedremo una rapida crescita cellulare allo scopo di cicatrizzare al più presto quelle aree antecedentemente ulcerate. Questo processo riparativo è spesso molto doloroso e sintomatico: gonfiori, arrossamenti, pruriti, febbri, nausee, vomiti. Questo tipo di crescita è molto esuberante e rapido, con una mitosi (divisione cellulare) molto accelerata. E sarà proprio quando avremo i dolori più forti e i sintomi più importanti che andremo dal dottore e se ci lasceremo fare una biopsia o un ago aspirato la diagnosi sarà, con tutta probabilità: carcinoma a crescita rapida, infiltrante e presumibilmente “maligno”!
Ma questa modalità di crescita è assolutamente sensata: il corpo richiede assolutamente di riparare, e di farlo in fretta, è una questione di sopravvivenza! Se la gazzella si è rotta una zampa, per sopravvivere ha bisogno che quella parte sia riparata al più presto e se riesce a non essere mangiata mentre zoppica ancora, avrà la necessità che in seguito quell’osso sia più robusto di prima, in modo da non rischiare che si rompa di nuovo. In tutti questi tessuti diretti dal neoencefalo (corteccia e midollo cerebrale) la crescita quindi avviene nella fase di soluzione.
Riepiloghiamo quindi cosa succede nei tessuti diretti dal neoencefalo (corteccia e midollo cerebrale):
- in fase attiva: riduzione progressiva della funzione e riduzione cellulare (ulcere e necrosi)
- dopo la soluzione del conflitto: momentanea drastica riduzione della funzione che poi lentamente ripristina e una rapida crescita cellulare (mitosi accelerata: erroneamente definita maligna) allo scopo di colmare e cicatrizzare solidamente (infiltrando bene il tessuto) le aree antecedentemente ulcerate, perché quell’area sia più forte per la prossima volta.









Riassumendo
: abbiamo quindi due tipi distinti di crescita, una in fase di conflitto attivo (paleoencefalo: tronco e cervelletto) e una in fase di soluzione (neoencefalo: corteccia e midollo cerebrale). Inoltre queste due diverse crescite sono assolutamente sensate: abbiamo una crescita in fase attiva che è funzionale alla sopravvivenza per gli organi diretti dal paleoencefalo e abbiamo una crescita in fase di soluzione che è funzionale alla riparazione per gli organi diretti dal neoencefalo.


LA IV LEGGE BIOLOGICA: IL RUOLO DEI MICROBI
Il sistema dei microbi condizionato ontogeneticamente. Correlazioni tra cervello, foglietto embrionale e microbi

I microbi non sono, come comunemente si pensa, degli agenti patogeni, cioè non sono loro a produrre una “malattia”, ma simbiotici ad un determinato tessuto e all’area cerebrale che lo innerva. Il loro comportamento sarà quindi conseguente.



I virus (solo quelli che esistono realmente) e i batteri, sono simbiotici ai tessuti innervati dal neoencefalo e proliferano sensatamente solo in soluzione del conflitto, quando cioè anche il tessuto sta crescendo per riparare le ulcere e necrosi createsi in fase attiva. La loro presenza ottimizza le riparazioni cicatriziali.
I virus agiscono in simbiosi con l'ectoderma, quindi con l'epitelio pavimentoso (diretto dalla corteccia cerebrale).
I batteri lavorano in simbiosi con il mesoderma diretto dal midollo cerebrale. Proliferano e si attivano anch’essi sensatamente dopo la soluzione, in simbiosi col tessuto che sta riparando.
Questi batteri sono di due tipi: quelli che contribuiscono alla fase di riparazione, producendo una cicatrizzazione ancora più forte; gli altri, come ad esempio per l'osso, possono liquefare la superficie in riparazione in modo da renderla più arrotondata e omogenea.
I micobatteri e i funghi (che sono i microbi più antichi del nostro organismo)
come la TBC e la candida, agiscono in simbiosi con i tessuti innervati dal paleoencefalo, quindi dall’endoderma del tronco cerebrale e dal mesoderma del cervelletto. Coerentemente con il tessuto che produce proliferazione cellulare in conflitto attivo, proliferano anch’essi nella stessa fase, ma diventano attivi solo a partire dalla fase di soluzione, quando appunto sono necessari per ridurre tramite necrosi caseosa le cellule cresciute in più e che hanno terminato la loro utilità biologica.
Quando invece non c’è presenza di funghi o micobatteri, il tessuto cresciuto in più viene incapsulato, incistato.
Quindi se è vero che esaminando un tessuto “infiammato” possiamo trovare batteri, virus o funghi, ma non è vero che sono loro la causa della “malattia”, sono presenti e attivi dietro preciso ordine del cervello.


LA V LEGGE
BIOLOGICA ci insegna quindi IL BUONSENSO BIOLOGICO
Tutto in natura è simbiosi: la quinta Legge di cui parla il dr. Hamer è in fondo la sintesi del pensiero di fondo di queste scoperte: in natura non c’è nulla che sia “maligno” o “benigno”, non si basa sulla lotta per la specie, ma, al contrario, su di un equilibrio dinamico dove tutti gli elementi sono simbiotici.
È vero ad esempio che il leone mangia la gazzella, ma solo quella più debole, che nella fuga resta indietro, isolata dal branco. In questo modo la gazzella sarà utile al leone, perché gli procura cibo e il leone sarà utile al gruppo di gazzelle, perché mangerà gli elementi più deboli.

Uscire dall’idea di cosa sia giusto e cosa sbagliato ci aiuta a capire questa sinergia tra i vari elementi della natura.

E noi esseri umani, che lo vogliamo o no, facciamo parte di questa natura e sottostiamo alle sue regole. Questo ci fa riflettere come spesso noi esseri umani, invece di reagire, rimaniamo congelati nel problema, fermi a “dimostrare le nostre ragioni”, e continuiamo ad aumentare la massa conflittuale. Tendiamo piuttosto a continuare a vivere una situazione impossibile, anestetizzandoci nella percezione del come stanno le cose, impedendoci così di reagire, di fare qualcosa di diverso e quindi risolvere.

Grazie alle 5 Leggi biologiche, possiamo ora tornare a essere più vicini al nostro “sentire” biologico, più attenti a ciò che davvero è importante, necessario o pericoloso per noi, come persone uniche, con la nostra storia personale.